July 2021
In Namibia la misteriosa costa dei relitti sommersi dalla sabbia
25/07/2021 Archiviato in: LiguriaNautica
La Skeleton Coast in Namibia è un cimitero di navi naufragate in un deserto
Vi appassiona l’idea di visitare un relitto inesplorato ma non sapete immergervi come dei subacquei esperti? In questo caso, la vostra destinazione è la Skeleton Coast, in Namibia. In questo incredibile tratto di litorale atlantico che dal deserto del Namib scende fino al grande fiume Orange, giacciono centinaia e centinaia di relitti spiaggiati: carghi da trasporto, corvette militari, grossi mercantili, gloriose imbarcazioni a vela e non solo.
La Costa degli Scheletri è uno spettrale cimitero di navi semi coperte dal deserto, con le prue che ancora si ostinano ad emergere dalle dune, come se volessero continuare a navigare anche in quell’infinito mare di sabbia. Così come avviene per gli oceani, i relitti della Skeleton Coast non sono facili da trovare.
Se è vero che sono centinaia – non esiste tutt’oggi una stima più precisa – è anche vero che sono sparpagliati in un’area completamente desertica grande come la Sicilia e la Sardegna messe assieme. E come gli oceani celano i loro tesori nelle profondità più inaccessibili, anche la Skeleton Coast nasconde i suoi relitti coprendoli con la sua sabbia sino ad inghiottirli per sempre. Continua
Vi appassiona l’idea di visitare un relitto inesplorato ma non sapete immergervi come dei subacquei esperti? In questo caso, la vostra destinazione è la Skeleton Coast, in Namibia. In questo incredibile tratto di litorale atlantico che dal deserto del Namib scende fino al grande fiume Orange, giacciono centinaia e centinaia di relitti spiaggiati: carghi da trasporto, corvette militari, grossi mercantili, gloriose imbarcazioni a vela e non solo.
La Costa degli Scheletri è uno spettrale cimitero di navi semi coperte dal deserto, con le prue che ancora si ostinano ad emergere dalle dune, come se volessero continuare a navigare anche in quell’infinito mare di sabbia. Così come avviene per gli oceani, i relitti della Skeleton Coast non sono facili da trovare.
Se è vero che sono centinaia – non esiste tutt’oggi una stima più precisa – è anche vero che sono sparpagliati in un’area completamente desertica grande come la Sicilia e la Sardegna messe assieme. E come gli oceani celano i loro tesori nelle profondità più inaccessibili, anche la Skeleton Coast nasconde i suoi relitti coprendoli con la sua sabbia sino ad inghiottirli per sempre. Continua
L’isola dove se sbarchi ti ammazzano
18/07/2021 Archiviato in: LiguriaNautica
Nell’arcipelago delle Andamane, un’isola è abitata da una tribù bellicosa che uccide tutti i visitatori
Se mai vi capitasse di far vela nell’arcipelago delle Andamane, evitate di dare alla fonda davanti all’isola di North Sentinel. Rischiate seriamente di venire accoppati. E non sareste neppure le prime vittime di una tribù indigena che non fa sconti a nessuno e che non vuole saperne di avere a che fare con la, chiamiamola così, civiltà moderna.
Persa nell’azzurro mare del Golfo del Bengala, North Sentinel è formata da 72 chilometri quadrati di spiagge da paradiso terrestre e di foresta ancora incontaminata. Niente alberghi, niente turismo, a North Sentinel. E neppure sportelli del bancomat. La tribù che vive su questo atollo è considerata dagli antropologi una delle più isolate – termine appropriato se consideriamo che vivono, per l’appunto, su un’isola – del mondo. Si tratta di indigeni cosiddetti “non contattati”, come se ne trovano, sempre più raramente, in alcune zone della foresta amazzonica. Continua
Se mai vi capitasse di far vela nell’arcipelago delle Andamane, evitate di dare alla fonda davanti all’isola di North Sentinel. Rischiate seriamente di venire accoppati. E non sareste neppure le prime vittime di una tribù indigena che non fa sconti a nessuno e che non vuole saperne di avere a che fare con la, chiamiamola così, civiltà moderna.
Persa nell’azzurro mare del Golfo del Bengala, North Sentinel è formata da 72 chilometri quadrati di spiagge da paradiso terrestre e di foresta ancora incontaminata. Niente alberghi, niente turismo, a North Sentinel. E neppure sportelli del bancomat. La tribù che vive su questo atollo è considerata dagli antropologi una delle più isolate – termine appropriato se consideriamo che vivono, per l’appunto, su un’isola – del mondo. Si tratta di indigeni cosiddetti “non contattati”, come se ne trovano, sempre più raramente, in alcune zone della foresta amazzonica. Continua
Un tesoro dentro la balena. Ed i poveri pescatori diventano miliardari
18/07/2021 Archiviato in: LiguriaNautica
Nello stomaco di un capodoglio, un gruppo di pescatori yemeniti ha trovato un miliardo e mezzo di dollari in ambra grigia
Un pescatore yemenita fa festa. Non capita tutti i giorni di trovare un milione e mezzo di dollari nel ventre di una balena!
Il ventre di una balena è un luogo sempre pieno di sorprese. Puoi trovarci dentro Pinocchio o il profeta Giona. O anche un tesoro da un milione e mezzo di dollari, se sei un po’ più fortunato! E questo è, per l’appunto, quanto accaduto ad un gruppo di fortunatissimi, è proprio il caso di dirlo, pescatori del villaggio di al-Khaisah, sulla costa dello Yemen.
Un’angolo di mondo, tra l’altro, sconvolto da guerre e carestie dove hanno trovato un effimero rifugio molti scampati dalla città di Hodeidah, massacrata da incessanti bombardamenti aerei. La pesca è l’unica fonte di sopravvivenza per gli abitanti di al-Khaisah, che ogni giorno salgono sulle loro fragili imbarcazioni e si avventurano nel golfo di Aden per gettare le loro reti e pregare dio di riempirle con qualcosa. Una volta tornati sulla spiaggia del villaggio, il pesce viene diviso con tutti gli abitanti e i primi a prendere la loro parte sono coloro che, per età, per malattia o per ferite di guerra, non possono uscire in mare per lavorare come pescatori. Continua
Un pescatore yemenita fa festa. Non capita tutti i giorni di trovare un milione e mezzo di dollari nel ventre di una balena!
Il ventre di una balena è un luogo sempre pieno di sorprese. Puoi trovarci dentro Pinocchio o il profeta Giona. O anche un tesoro da un milione e mezzo di dollari, se sei un po’ più fortunato! E questo è, per l’appunto, quanto accaduto ad un gruppo di fortunatissimi, è proprio il caso di dirlo, pescatori del villaggio di al-Khaisah, sulla costa dello Yemen.
Un’angolo di mondo, tra l’altro, sconvolto da guerre e carestie dove hanno trovato un effimero rifugio molti scampati dalla città di Hodeidah, massacrata da incessanti bombardamenti aerei. La pesca è l’unica fonte di sopravvivenza per gli abitanti di al-Khaisah, che ogni giorno salgono sulle loro fragili imbarcazioni e si avventurano nel golfo di Aden per gettare le loro reti e pregare dio di riempirle con qualcosa. Una volta tornati sulla spiaggia del villaggio, il pesce viene diviso con tutti gli abitanti e i primi a prendere la loro parte sono coloro che, per età, per malattia o per ferite di guerra, non possono uscire in mare per lavorare come pescatori. Continua
Immergersi sul Titanic? Da oggi è possibile
10/07/2021 Archiviato in: LiguriaNautica
Il primo gruppo di 40 visitatori scenderà tra pochi giorni ma sono aperte le prenotazioni per i prossimi tour sul relitto più famoso del mondo
Il relitto del Titanic a 3800 metri di profondità
Se avete 130 mila euro da spendere e non avete ancora scelto dove andare di bello in vacanza, potete prendere in considerazione l’idea di farvi una bella immersione sul Titanic. Nei prossimi giorni, il primo gruppo di 40 turisti scenderà in fondo agli abissi marini per ammirare quello che rimane del celeberrimo transatlantico ma, assicura l’Ocean Gate Expeditions, la compagnia di esplorazioni subacquee che ha ottenuto la concessione per l’organizzazione dell’incredibile tour, le prenotazioni per i prossimi viaggi sono aperte a chiunque si farà avanti. Continua
Il relitto del Titanic a 3800 metri di profondità
Se avete 130 mila euro da spendere e non avete ancora scelto dove andare di bello in vacanza, potete prendere in considerazione l’idea di farvi una bella immersione sul Titanic. Nei prossimi giorni, il primo gruppo di 40 turisti scenderà in fondo agli abissi marini per ammirare quello che rimane del celeberrimo transatlantico ma, assicura l’Ocean Gate Expeditions, la compagnia di esplorazioni subacquee che ha ottenuto la concessione per l’organizzazione dell’incredibile tour, le prenotazioni per i prossimi viaggi sono aperte a chiunque si farà avanti. Continua
“Fie a manetta”. Così le ragazze di Venezia si riprendono la loro laguna
09/07/2021 Archiviato in: LiguriaNautica
Un'associazione tutta al femminile insegna alle donne della città lagunare come andare in barca a motore… a tutto gas!
"A manetta" per la laguna di Venezia!
Ma dove è scritto che il mondo dei motori debba essere appannaggio solo degli uomini? Eppure, perlomeno sino a qualche anno fa, era rarissimo imbattersi tra i canali di Venezia in una imbarcazione condotta da una mano femminile.
Nelle tradizionali gite domenicali per far picnic nelle isole o nelle barene lagunari, a guidare la barca era sempre il papà, col figlio maggiore accanto ad imparare come si conduceva lo scafo. Mamma e figlie se ne stavano spaparanzate verso prua, a prendere il sole e a gestire la borsa termica con le bibite e la merenda. Per imparare ad andare in barca autonomamente, una ragazza aveva solo due strade: la vela o il remo sportivo. Ma il motore no. Quella era “roba da uomini”.
“Ancora oggi, quando giro per canali con la mia barca a motore, mi capita che i trasportatori, che sono tutti uomini, mi guardino come una bestia rara – racconta a Liguria Nautica divertita Marta Canino – per non parlare dei consigli non richiesti o delle offerte di aiuto di cui non ho affatto bisogno. Ma ormai ho imparato a non dargli bada neppure di striscio. Basta una occhiataccia e scappano via”. Continua
"A manetta" per la laguna di Venezia!
Ma dove è scritto che il mondo dei motori debba essere appannaggio solo degli uomini? Eppure, perlomeno sino a qualche anno fa, era rarissimo imbattersi tra i canali di Venezia in una imbarcazione condotta da una mano femminile.
Nelle tradizionali gite domenicali per far picnic nelle isole o nelle barene lagunari, a guidare la barca era sempre il papà, col figlio maggiore accanto ad imparare come si conduceva lo scafo. Mamma e figlie se ne stavano spaparanzate verso prua, a prendere il sole e a gestire la borsa termica con le bibite e la merenda. Per imparare ad andare in barca autonomamente, una ragazza aveva solo due strade: la vela o il remo sportivo. Ma il motore no. Quella era “roba da uomini”.
“Ancora oggi, quando giro per canali con la mia barca a motore, mi capita che i trasportatori, che sono tutti uomini, mi guardino come una bestia rara – racconta a Liguria Nautica divertita Marta Canino – per non parlare dei consigli non richiesti o delle offerte di aiuto di cui non ho affatto bisogno. Ma ormai ho imparato a non dargli bada neppure di striscio. Basta una occhiataccia e scappano via”. Continua