Relitto
Il mistero della Mary Celeste. Parte terza: il ritrovamento della nave maledetta
27/09/2018 Archiviato in: LiguriaNautica
Lo scrittore Clive Cussler guida una spedizione della Numa e trova i resti del veliero in un reef di Haiti
Ecco come si presentano oggi i resti della Mary Celeste abbandonati nel reef di Haiti
Una nave maledetta, la Mary Celeste. L’inquietante mistero della scomparsa dell’intero equipaggio non fu la sola disavventura che il brigantino collezionò nella sua breve vita marinara. Sin dal suo varo, nel 1861 nelle acque dell’isola di Spencer, nella Nuova Scozia, il veliero si guadagnò la fama di nave porta sfortuna.
Il suo primo capitano, Robert McLellan, che era anche uno dei proprietari del brigantino, contrasse la polmonite e morì a bordo nove giorni dopo aver assunto il comando, senza neppure portare a termine il viaggio inaugurale. Fu il primo di altri tre capitani che morirono sopra la Mary Celeste, senza contare Benjamin Briggs, scomparso nel nulla dell’oceano. In uno dei suoi primi viaggi, il brigantino cozzò violentemente contro un peschereccio. Fu rimorchiato al cantiere per le riparazioni e, durante i lavori, scoppiò un incendio a bordo della nave che devastò l’opera morta.
Durante la sua prima traversata oceanica, la Mary Celeste causò poi un secondo grave incidente contro un’altra imbarcazione, proprio mentre stava per entrare nella Manica. La faccenda ebbe come conseguenza la destituzione del capitano, che fu comunque uno dei pochi ad uscirne vivo! E la lista delle disgrazie non è ancora conclusa. Qualche anno dopo, la nave si arenò nella baia di Glace, in Canada. A questo punto, i suoi proprietari decisero di disfarsene e di svenderla al primo acquirente. Cosa che avvenne nel 1867.
Il nuovo proprietario, l’armatore newyorkese Richard Haines, spese più soldi per le riparazioni che per l’acquisto, tanto era malridotta. Haines, che evidentemente non dava credito alle superstizioni della gente di mare, pensò di cambiarle il nome. Fu lui a chiamare il nostro brigantino Mary Celeste. Continua
Ecco come si presentano oggi i resti della Mary Celeste abbandonati nel reef di Haiti
Una nave maledetta, la Mary Celeste. L’inquietante mistero della scomparsa dell’intero equipaggio non fu la sola disavventura che il brigantino collezionò nella sua breve vita marinara. Sin dal suo varo, nel 1861 nelle acque dell’isola di Spencer, nella Nuova Scozia, il veliero si guadagnò la fama di nave porta sfortuna.
Il suo primo capitano, Robert McLellan, che era anche uno dei proprietari del brigantino, contrasse la polmonite e morì a bordo nove giorni dopo aver assunto il comando, senza neppure portare a termine il viaggio inaugurale. Fu il primo di altri tre capitani che morirono sopra la Mary Celeste, senza contare Benjamin Briggs, scomparso nel nulla dell’oceano. In uno dei suoi primi viaggi, il brigantino cozzò violentemente contro un peschereccio. Fu rimorchiato al cantiere per le riparazioni e, durante i lavori, scoppiò un incendio a bordo della nave che devastò l’opera morta.
Durante la sua prima traversata oceanica, la Mary Celeste causò poi un secondo grave incidente contro un’altra imbarcazione, proprio mentre stava per entrare nella Manica. La faccenda ebbe come conseguenza la destituzione del capitano, che fu comunque uno dei pochi ad uscirne vivo! E la lista delle disgrazie non è ancora conclusa. Qualche anno dopo, la nave si arenò nella baia di Glace, in Canada. A questo punto, i suoi proprietari decisero di disfarsene e di svenderla al primo acquirente. Cosa che avvenne nel 1867.
Il nuovo proprietario, l’armatore newyorkese Richard Haines, spese più soldi per le riparazioni che per l’acquisto, tanto era malridotta. Haines, che evidentemente non dava credito alle superstizioni della gente di mare, pensò di cambiarle il nome. Fu lui a chiamare il nostro brigantino Mary Celeste. Continua