April 2020
Nella Laguna di Venezia l’isola più “infestata” del mondo
03/04/2020 Archiviato in: LiguriaNautica
Spettri e presenza demoniache si aggirano di notte a Poveglia, nel cuore della laguna veneta. Ma è tutta colpa di una trasmissione americana
La maschera del dottore della peste. Il lungo becco serviva a tenere a distanza di sicurezza il malato mentre gli si esaminavano le piaghe
La mattina del 18 luglio del 2016, scorrendo le pagine di cronaca locale del Gazzettino e delle Nuova, i veneziani appresero, e non senza un certo sgomento, che l’isola più infestata da fantasmi e presenze demoniache di tutta la terra, se ne stava tranquilla e beata nel bel mezzo della loro laguna, a 15 minuti di voga da calli e campielli.
Proprio così. L’isolotto di Poveglia, ad un tiro di schioppo da Malamocco, era abitato da spaventosi spettri. Quell’isola disabitata dove tutti coloro che abitano in laguna vi sono sbarcati perlomeno una volta nella loro vita in compagnia di amici per grigliare branzini appena pescati o per saltare i “peoci” (come li chiamate in terraferma? Cozze, giusto?), beh… quell’isola dove hanno trascorso tante serate spensierate ad intonare canzonacce sotto la luna, è in realtà un mistico portale di comunicazione tra il nostro universo e quello dominato dalle potenze infernali. E la cosa più incredibile di tutta la faccenda è che tutto il mondo era a conoscenza di questa truce reputazione, tranne i… padroni di casa!
Ma cosa era successo di così tremendo da squarciare il velo del mistero, in quella fatidica notte? Era successo che un gruppo di cinque ragazzotti del Colorado armati di registratori ad alta sensibilità, macchine fotografiche con pellicole ad infrarossi e scanner capaci di rilevare ogni aura spiritistica, si era fatto portare da un tassista nostrano sull’isola, con il coraggiosissimo intento di passarci l’intera nottata, documentare le presenze ultraterrene e potersi poi vantare dell’intrepida impresa una volta tornati negli States. Continua
La maschera del dottore della peste. Il lungo becco serviva a tenere a distanza di sicurezza il malato mentre gli si esaminavano le piaghe
La mattina del 18 luglio del 2016, scorrendo le pagine di cronaca locale del Gazzettino e delle Nuova, i veneziani appresero, e non senza un certo sgomento, che l’isola più infestata da fantasmi e presenze demoniache di tutta la terra, se ne stava tranquilla e beata nel bel mezzo della loro laguna, a 15 minuti di voga da calli e campielli.
Proprio così. L’isolotto di Poveglia, ad un tiro di schioppo da Malamocco, era abitato da spaventosi spettri. Quell’isola disabitata dove tutti coloro che abitano in laguna vi sono sbarcati perlomeno una volta nella loro vita in compagnia di amici per grigliare branzini appena pescati o per saltare i “peoci” (come li chiamate in terraferma? Cozze, giusto?), beh… quell’isola dove hanno trascorso tante serate spensierate ad intonare canzonacce sotto la luna, è in realtà un mistico portale di comunicazione tra il nostro universo e quello dominato dalle potenze infernali. E la cosa più incredibile di tutta la faccenda è che tutto il mondo era a conoscenza di questa truce reputazione, tranne i… padroni di casa!
Ma cosa era successo di così tremendo da squarciare il velo del mistero, in quella fatidica notte? Era successo che un gruppo di cinque ragazzotti del Colorado armati di registratori ad alta sensibilità, macchine fotografiche con pellicole ad infrarossi e scanner capaci di rilevare ogni aura spiritistica, si era fatto portare da un tassista nostrano sull’isola, con il coraggiosissimo intento di passarci l’intera nottata, documentare le presenze ultraterrene e potersi poi vantare dell’intrepida impresa una volta tornati negli States. Continua