relitti subacquei

Alla ricerca dei relitti delle navi negriere per non dimenticare le proprie radici: la sfida di 500 sub afroamericani

Un'associazione di subacquei afro americani si immerge per trovare i relitti dei velieri che trasportarono i loro antenati nelle Americhe

I-subacquei-della-Dwa-590x392
“Quando sei un afroamericano e ti immergi sul relitto di una nave di negrieri lo fai con uno spirito completamente diverso dagli altri subacquei. Non puoi non renderti conto pienamente di due cose: la prima è che forse qualche tuo antenato è stato imprigionato su quella nave, la seconda è che hai una storia diversa da quella degli altri americani. Una storia che non è cominciata nei mercati degli schiavi sulla costa degli Stati Uniti ma molto, molto prima, nel continente africano”. Così racconta i suoi sentimenti l’archeosub ed istruttore Albert José Jones, uno dei fondatori della National Association of Black Scuba Divers, un’associazione americana di subacquei di origine africana.
Jones è anche membro del consiglio di amministrazione della Dwa, acronimo di Diving With a Purpose, traducibile con “immergersi con uno scopo”, un’organizzazione internazionale che si occupa di fornire ai subacquei la formazione necessaria a supportare progetti di ricerca e di conservazione del nostro patrimonio sommerso.
Proprio su proposta dei subacquei afroamericani, la Dwa ha recentemente varato un programma di ricerca dei relitti delle navi negriere che per più di tre secoli hanno fatto la spola tra le coste africane e quelle americane per trasportare una “merce speciale”: gli schiavi. La prima nave negriera batteva bandiera spagnola e salpò nei primi anni del 1500 per portare in Centro America quella forza lavoro che nel Nuovo Continente, tra un massacro e l’altro, cominciava a scarseggiare. L’ultima nave schiavista lasciò la costa africana nel 1866 diretta a Cuba. Continua

In Namibia la misteriosa costa dei relitti sommersi dalla sabbia

La Skeleton Coast in Namibia è un cimitero di navi naufragate in un deserto

Wreck-of-the-Edward-Bohlen--590x392
Vi appassiona l’idea di visitare un relitto inesplorato ma non sapete immergervi come dei subacquei esperti? In questo caso, la vostra destinazione è la Skeleton Coast, in Namibia. In questo incredibile tratto di litorale atlantico che dal deserto del Namib scende fino al grande fiume Orange, giacciono centinaia e centinaia di relitti spiaggiati: carghi da trasporto, corvette militari, grossi mercantili, gloriose imbarcazioni a vela e non solo.
La Costa degli Scheletri è uno spettrale cimitero di navi semi coperte dal deserto, con le prue che ancora si ostinano ad emergere dalle dune, come se volessero continuare a navigare anche in quell’infinito mare di sabbia. Così come avviene per gli oceani, i relitti della Skeleton Coast non sono facili da trovare.
Se è vero che sono centinaia – non esiste tutt’oggi una stima più precisa – è anche vero che sono sparpagliati in un’area completamente desertica grande come la Sicilia e la Sardegna messe assieme. E come gli oceani celano i loro tesori nelle profondità più inaccessibili, anche la Skeleton Coast nasconde i suoi relitti coprendoli con la sua sabbia sino ad inghiottirli per sempre. Continua

Ad Alessandria d’Egitto gli archeosub riportano a galla i tesori della città sommersa di Heracleion

La città scomparve nel VI secolo dopo un violento terremoto. Oggi è possibile visitarla con un tour virtuale sul sito dell'Institut Européen d’Archéologie Sous-Marine

1-590x392
Un archeologo subacqueo esamina una grande statua trovata a Heracleion

Scritto per LiguriaNautica - Per gli antichi greci era Heracleion, per gli egizi Thonis. Per noi è ancora un mistero. Sprofondando nel Mediterraneo, per motivi ancora ignoti, all’inizio del VII secolo Avanti Cristo, la città si è trascinata nei fondali marini anche la sua storia. Solo il mito è riuscito a volare sino ai nostri tempi e ci ha riportato la leggenda di una grande metropoli sulla foce del Nilo, fulcro nevralgico dei commerci tra l’Africa e i porti mediterranei.
Una grande e nobile città fondata dagli amanti Paride ed Elena, in fuga da Menelao, re di Sparta e legittimo consorte della donna che Afrodite stessa aveva eletto come la più bella del mondo. Successivamente il semidio Ercole, peregrinando per il mondo alla ricerca delle sue Dodici Fatiche, ci si fermò e le dette il suo nome, “Heracleion”.
Continua