Serpenti
Perché i serpenti di mare australiani cercano di “accoppiarsi” con i subacquei
13/12/2021 Archiviato in: LiguriaNautica
Una ricerca scientifica pubblicata dall’autorevole rivista Nature ha fatto luce sull’imbarazzante comportamento dei rettili della barriera corallina
Un serpente marino sulla barriera corallina
Immergersi nell’incontaminata barriera corallina australiana è il sogno di tutti i subacquei ma possono capitare avventure quantomeno sconcertanti quando hai a che fare con le 32 specie di serpenti marini velenosi che vivono in quei mari azzurri. Abbiamo scritto “sconcertanti” e non “pericolose” perché queste specie di rettili anfibi sono tutt’altro che aggressive e non presentano veri propri pericoli per i subacquei che adottino comportamenti consapevoli, tipo quello di evitare di afferrarli per la coda!
L’ultima vittima di un serpente marino australiano si è registrata nel 2018 e non era un subacqueo ma un giovane pescatore appena 23enne che aveva infilato inavvertitamente la mano in una reta da pesca che aveva catturato uno di questi rettili.
I serpenti marini australiani rimangono comunque tra gli animali più velenosi del pianeta, il loro morso non lascia scampo, ed comprensibile il terrore che molti subacquei hanno provato quando si sono imbattuti in questi rettili, non di rado lunghi sino ad un paio di metri, che gli si sono avvolti alle gambe e hanno cominciato a leccarli come un bambino con il suo Chupa Chups!
Un comportamento strano, segnalato da molti subacquei australiani che, se pure non ha mai causato vittime, è rimasto inspiegabile sino a che tre biologi australiani, Tim Lynch, Ross Alford e Richard Shine, hanno pubblicato sulla celebre rivista Nature uno studio scientifico dal titolo “Mistaken identity may explain why male sea snakes ‘attack’ scuba divers”. Traduzione per i non anglofoni: un errore di identità spiega perché i serpenti marini maschi ‘attaccano’ i subacquei. Continua
Un serpente marino sulla barriera corallina
Immergersi nell’incontaminata barriera corallina australiana è il sogno di tutti i subacquei ma possono capitare avventure quantomeno sconcertanti quando hai a che fare con le 32 specie di serpenti marini velenosi che vivono in quei mari azzurri. Abbiamo scritto “sconcertanti” e non “pericolose” perché queste specie di rettili anfibi sono tutt’altro che aggressive e non presentano veri propri pericoli per i subacquei che adottino comportamenti consapevoli, tipo quello di evitare di afferrarli per la coda!
L’ultima vittima di un serpente marino australiano si è registrata nel 2018 e non era un subacqueo ma un giovane pescatore appena 23enne che aveva infilato inavvertitamente la mano in una reta da pesca che aveva catturato uno di questi rettili.
I serpenti marini australiani rimangono comunque tra gli animali più velenosi del pianeta, il loro morso non lascia scampo, ed comprensibile il terrore che molti subacquei hanno provato quando si sono imbattuti in questi rettili, non di rado lunghi sino ad un paio di metri, che gli si sono avvolti alle gambe e hanno cominciato a leccarli come un bambino con il suo Chupa Chups!
Un comportamento strano, segnalato da molti subacquei australiani che, se pure non ha mai causato vittime, è rimasto inspiegabile sino a che tre biologi australiani, Tim Lynch, Ross Alford e Richard Shine, hanno pubblicato sulla celebre rivista Nature uno studio scientifico dal titolo “Mistaken identity may explain why male sea snakes ‘attack’ scuba divers”. Traduzione per i non anglofoni: un errore di identità spiega perché i serpenti marini maschi ‘attaccano’ i subacquei. Continua