January 2022

Il mare riporta ad una dottoressa scozzese una bottiglia con una lettera di quando era bambina

Venticinque anni dopo è stata ritrovata sulle coste della Norvegia una bottiglia con un messaggio che ha viaggiato per 800 miglia

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Venticinque anni dopo il messaggio è ritornato nelle mani della donna che l’aveva lanciato. Un messaggio di se stessa bambina, arrivato nella maniera più romantica possibile: all’interno di una bottiglia trasportata dalle onde del mare. Tutto cominciò nel 1996, quando una bambina scozzese di nome Joanna Buchan lanciò in mare una bottiglia al cui interno aveva inserito una lettera che aveva scritto per un progetto scolastico.
Le correnti oceaniche hanno trasportato la bottiglia per oltre 800 miglia e, 25 anni dopo, è stata raccolta sulla costa norvegese da una signora, Elena Andreassen Haga, che ha cercato immediatamente di mettersi in contatto con l’allora bambina scozzese cercandola nel grande oceano in cui tutti oggi abbiamo imparato a navigare: quello di internet.


Joanna, che oggi è una dottoressa e si è trasferita in Australia, è rimasta sorpresa quando questa sconosciuta signora norvegese l’ha contattata su Facebook per raccontarle che aveva trovato la sua bottiglia, riportandole alla mente un episodio che oramai aveva relegato ai confini della memoria. Immaginiamo l’emozione della dottoressa Buchan nel leggere quella lettera scritta da lei stessa bambina in cui confidava a se stessa adulta l’amore per i dolci e per gli orsacchiotti di peluche. Al contrario, i ragazzi delle sua età le stavano piuttosto antipatici!

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Costa Rica, un paradiso tropicale per gli amanti della subacquea e del surf

Alla scoperta del Paese con due oceani, ma senza Esercito, dove è possibile praticare qualsiasi tipo di sport acquatico

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Ai confini settentrionali di Panama, nel bel mezzo del Centro America, troviamo la Costa Rica, uno dei pochi Paesi al mondo che può vantarsi di affacciarsi su due oceani: l’Atlantico ed il mar dei Caraibi ad est, il grande oceano Pacifico ad ovest.
La Costa Rica , così perlomeno raccontano orgogliosamente i suoi abitanti, i ticos in dialetto locale, è una sorta di Svizzera del Centro America. Ed, in effetti, qualcosa di vero c’è in questo paragone, rapportando i livelli di vita dei ticos a quello degli abitanti degli altri Paesi del Centro America. Un balzo in avanti che, ti aspiegano tutti i ticos che trovi per strada, ha un nome, un cognome e pure un soprannome: José Figueres, detto don Pepe.
Fui lui che, dopo che l’ennesimo golpe militare che aveva insanguinato il Paese, scese dalle montagne con un gruppo di amici e fece la rivoluzione. Proclamato presidente, decise che l’esercito è una di quelle cose come il morbillo: meglio non averlo anche se gli altri attorno a te ce l’hanno. Il 1 dicembre del 1948 riuscì ad inserire nella Costituzione un articolo che aboliva definitivamente le forze armate. Continua

La strana isola dove le donne parlano una lingua e gli uomini un’altra

In un atollo della Micronesia, maschi e femmine hanno idiomi diversi a causa di un massacro causato dai gusci di tartaruga

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Sapwuahfik è un piccolo atollo perso nel ben mezzo del grande oceano Pacifico. Geograficamente appartiene all’arcipelago delle isole Caroline e batte la bandiera della Stato di Pohnpei che fa parte delle Federazione di Micronesia. Se non l’avete mai sentito nominare prima, non datevene pensiero che non siete i soli. L’atollo è composto da una decina di minuscole isolette la cui superficie complessiva arriva a malapena a superare 160 ettari.
L’isolotto più grande, Ngatik, è il solo ad essere abitato da una popolazione, secondo la stima più recente, di 682 persone. Sapwuahfik ha anche una pista d’atterraggio per piccoli aerei che sino a qualche anno fa si trovava a Ngatik, ma recentemente l’erosione marina e le mareggiate legate ai cambiamenti climatici, l’hanno trasformata in un’isola a se stante, per buona parte semi sommersa. Oggi gli aerei atterrano praticamente in mezzo al mare e se qualche buona anima non ti viene a traghettare in barca, tocca tuffarsi in mare per raggiungere il villaggio. Continua