Al Salone di Venezia presentata Stramba, la barca a vela senza albero e senza boma

Siamo saliti sul veliero più "strambo" del mondo, dove tutte le manovre si giocano lungo la rotaia di una grande U rovesciata

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La rivoluzionaria barca a vela Futura nata da una start up Stramba
Stramba di nome e di fatto. In effetti, la prima cosa che gli appassionati di vela in visita al Salone Nautico di Venezia hanno pensato, quando si sono trovati di fronte Futura è proprio “Che stramba!”. Anzi, diciamo meglio. Questa è la seconda cosa che hanno pensato. La prima è stata: “Ma quella roba là è proprio una barca a vela?”. Sì, sì. Non ha il boma, non ha un albero centrale, sostituito da una struttura ad U rovesciato, ed il pozzetto delle manovre sembra un tinello, ma per il resto è proprio una barca a vela.
Di quelle che si mettono in mare e vanno avanti solo se il vento le spinge. Ed è proprio quello che Daniele Mingucci, ideatore del progetto e dalla startup che lo ha lanciato,”Stramba”, spera di fare appena possibile. “La barca non è ancora rifinita – spiega Mignucci – abbiamo bruciato le tappe per presentarla al Salone di Venezia, ma contiamo di finire la velatura e di fare una prova in mare nel più breve tempo possibile. Ci sono ancora tante cosa da mettere a punto, ma direi che siamo sulla buona strada”.
Daniele, gentilissimo e simpatico come ogni romagnolo che si rispetti, mi ha fatto salire nel pozzetto di questo prototipo realizzato nel cantiere Zuanelli di Padenghe sul Garda e mi ha spiegato per filo per segno come funzionano le manovre. “Tutti scrivono che Futura non ha il boma – mi dice – ma in realtà ne ha due, solo che non si vedono e non rischi di pigliarteli in testa”. La randa non è triangolare ma simmetrica e di boma ce ne sono, appunto, due di ugual misura: uno in alto e uno in basso rispetto alla vela.


Non è neppure vero che la barca non ha l’albero. Ne ha due, sistemati nelle rispettive murate di dritta e di manca, alti poco più di 20 metri, e congiunti da un arco. Quando la barca prende il vento da dritta, la vela che somiglia ad un’ala d’uccello, se ne sta nell’albero di manca, tutta fuoribordo. Quando si stramba (termine ricorrente quando si parla di Futura!) la vela non passa sopra il pozzetto (occhio alle zucche, velisti!) ma, grazie ad un winch elettrico, scorre lungo la U rovesciata e va a prendere il vento dalla parte opposta. Il boma inferiore diventa quello superiore e viceversa.
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Da notare il doppio albero a forma di U sistemato nelle due murate
Il tutto dura dagli 8 ai 10 secondi, che non è poco, ma, spiega Daniele, si recupera velocità facilmente grazie all’alta resa della vela che – e questa è una gran novità – prenderà il vento sempre dalla stessa parte. Questa caratteristica permetterà di disegnare vele con caratteristiche assai più performanti. In quanto al fiocco, il suo funzionamento rimarrà pressapoco lo stesso ma la penna sarà agganciata alla testa della U e girerà automaticamente ad ogni strambata.
Più che agli appassionati di vela, a mio personalissimo giudizio, Futura si rivolge ad armatori indecisi tra le comodità del motore e il fascino della navigazione silenziosa sulla spinta del vento. Un indiscutibile pregio di questo “strambo” sistema infatti è l’eccezionale recupero degli spazi. Futura è un 15 metri in alluminio, largo 4,63 metri e con un pescaggio di 2,40 metri più 1,60 di pinna, ma offre uno spazio vivibile in coperta di ben 70 metri quadrati! Una vera e propria terrazza sul mare senza intralci di manovre o di velature. In altre parole, su Futura è possibile fare colazione o stendersi tranquillamente al sole anche se si procede di bolina stretta, considerando anche che la barca si inclina pochissimo.
So che i puristi della vela storceranno il naso e mi diranno che non loro non alzano le vele al vento per bere il caffellatte comodi o per pigliare la tintarella. Lo sa bene anche Daniele che spiega: “Non ho mai pensato a Stramba come ad una alternativa alla vela ma come ad una opportunità. Siamo all’inizio di una storia appassionante, una pagina bianca ancora tutta da scrivere. Questa estate cominceremo i test in mare. Ci sono ancora tantissime cose da mettere a posto e lo vogliamo fare perché vogliamo dimostrare che questo sistema funziona. Cosa mi auguro per il futuro? Di portare via qualche cliente al motore perché il mondo della vela è troppo bello!”. E qui, neppure i puristi della vela gli potranno dare torto!